lunedì 19 novembre 2018

La scuola allagata, il coniglio nel cilindro e l'uovo di Colombo


Il 25 settembre scorso, durante l’assemblea pubblica di presentazione del piano di riqualificazione della ex area Jabil-Nokia Siemens, il Presidente del Consiglio d'Istituto propose di utilizzare parte delle entrate da oneri di urbanizzazione primaria e secondaria per ristrutturare il plesso scolastico di Piazza Unità d’Italia che, da diversi anni, si trova in precarie condizioni, ai limiti dell’inagibilità. L’assessore Chiarella, dopo essersi consultato con il Sindaco, rispose che non si poteva cambiare l’accordo stipulato con l’imprenditore privato che conduce l’operazione e scatenò le proteste dei molti cittadini presenti in sala.

Un mese più tardi le forti piogge che si abbatterono su tutta Italia provocarono l’allagamento di alcune aule della Scuola Primaria e costrinsero il Sindaco ad emettere un’ordinanza di sospensione di due giorni dell’agibilità del plesso.

L’ultima volta che le piogge avevano allagato un’aula della scuola primaria fu nel 2016, allora i tecnici effettuarono alcuni lavori di sistemazione dei pluviali ed il Sindaco dichiarò definitivamente risolto il problema.
Anche questa volta i tecnici hanno effettuato dei lavori che dovrebbero favorire lo scolo delle acque dal tetto e, secondo le dichiarazioni del sindaco e del nuovo assessore ai lavori pubblici, il problema dovrebbe essere stato definitivamente risolto.

Noi siamo invece convinti che sia necessario pianificare una ristrutturazione radicale di questo edificio che da molto tempo soffre di gravi problemi strutturali tanto che già cinque anni fa, quando stilammo il Programma Amministrativo (leggi qui) con il quale la coalizione Cassina Domani fu poi eletta dai cittadini, ci prendemmo un impegno ben preciso inserendo un punto programmatico dedicato a questo tema: 
Scuola sicura, star bene a scuola vuole dire anche frequentare ambienti curati e sicuri. Il Comune si impegna a sostenere la scuola anche attraverso investimenti sul patrimonio edilizio (manutenzioni, ristrutturazioni, riqualificazione energetica).”

Da anni, anche quando le piogge non sono forti come quelle dello scorso 29 ottobre, la palestra si allaga per metà a causa della scarsa tenuta dei finestroni sul lato ovest, basta chiedere informazioni al signor Angelo Manzoni che si occupa delle pulizie per conto delle società sportive.

Poiché riteniamo che non sia più tollerabile che i nostri bambini siano costretti a frequentare le lezioni in un edificio che versa in tali precarie condizioni, con il rischio di allagamento ad ogni forte temporale, noi del Comitato Civico Cassina – Partecipazione e Territorio abbiamo presentato, insieme agli altri due Gruppi Consiliari di minoranza, una mozione  per chiedere al Sindaco e alla Giunta di mantenere l’impegno che avevamo preso cinque anni fa e approvare la richiesta fatta dal Presidente del Consiglio di Istituto e da gran parte dei nostri concittadini (leggi qui il documento).

Il coniglio dal cilindro! 
Quando venne a conoscenza dell’arrivo di questa mozione, che verrà presentata e votata nella prossima seduta di Consiglio Comunale, il sindaco che aveva da poco dichiarato risolutivi i lavori appena completati, decise di tirare fuori il coniglio dal cilindro e dichiarò agli organi di stampa che la nostra Amministrazione Comunale parteciperà al bando per l’accesso al Fondo Kyoto per ottenere i finanziamenti necessari alla ristrutturazione dell’edifico scolastico in questione.

Ecco l'uovo di Colombo, diremmo!  
Però...
Il Fondo Kyoto mette a disposizione degli enti pubblici un mutuo ventennale a tasso agevolato per coprire il 50% dei costi sostenuti per la riqualificazione energetica e la sicurezza antisismica degli edifici scolastici pubblici.
Il Fondo è stato istituito con Decreto Ministeriale n. 40 il 22/02/2016 ed il precedente allagamento della scuola è avvenuto nel mese di novembre dello stesso anno.
Il 27 giugno 2017, con Decreto Ministeriale n. 169, la scadenza per la presentazione delle richieste di finanziamento è stata prorogata di un anno, fino al 30 giugno 2018.
Il 28 giugno 2018, con Decreto Ministeriale n. 164, la scadenza è stata portata al prossimo 31 dicembre.

Evitiamo le solite domande retoriche del tipo “ma perché ci hanno pensato solo adesso, visto che il finanziamento è disponibile da quasi tre anni e nel frattempo le aule e la palestra della scuola sono andate più volte in ammollo?”
Andiamo sul concreto e supponiamo che la spesa per ristrutturare la scuola ammonti a due milioni di euro.
Considerando che la convenzione per la riqualificazione della ex area Jabil-Nokia Siemens prevede l’utilizzo degli oneri per la riqualificazione del Centro (1,8 milioni) e la ristrutturazione della ex scuola di Piazza De Gasperi (2,1 milioni), valutiamo quale tra queste opzioni sia quella più saggia e più conveniente:
  1. Ottenere un finanziamento ventennale a tasso agevolato per la metà della spesa e cercare nel bilancio i fondi per coprire il rimanente milione di euro.
  2. Ottenere un finanziamento ventennale a tasso agevolato per la metà della spesa e utilizzare una parte degli oneri provenienti dal progetto ex area Jabil-Nokia Siemens per coprire il rimanente milione di euro.
  3. Evitare un ulteriore indebitamento del Comune e utilizzare una parte degli oneri provenienti dal progetto ex area Jabil-Nokia Siemens per coprire tutti i costi di ristrutturazione della scuola di Piazza Unità d’Italia.

Io scarterei sicuramente l’opzione 1.

1 commento:

  1. Il tema della salvaguardia (leggasi manutenzioni, interventi di ristrutturazione e simili) degli edifici scolastici di competenza dei Comuni dovrebbe occupare i primi posti dell'agenda di un'Amm.ne Com.le.
    Tanto più quando è declinata nel programma.
    E a maggior ragione quando si conosce la necessità/esigenza che un'edificio scolastico ha di essere mantenuto !
    Condivido che la gestione della situazione da parte del sindaco/giunta nella questione non solo risulta fortemente critica.
    Ma, peggio, ha prodotto un danno in quanto non ha tenuto in conto l'opportunità di "veicolare" la quota che sarebbe arrivata dall'utilizzo del "tesoretto".
    Ecco una chiara e, ahinoi, purtroppo, evidente occasione perduta e mala gestione di risorse (a disposizione) pubbliche.
    L. B.

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