Un titolo strano per un articolo che nasce dallo sfogo, senza polemica, verso l'emergente partito dei leoni da tastiera (PLT) che si spera prima o poi decida di iscriversi a qualche competizione elettorale.
All'inizio di questo mese sono partiti i lavori di ristrutturazione della piscina comunale,
lavori che erano attesi ormai da molto tempo e che, nelle intenzioni di
operatori e amministrazione comunale avrebbero dovuto essere realizzati un anno
fa.
Quale è il
motivo del ritardo?
Per rispondere a questa domanda è necessario fare qualche passo indietro
nel tempo e ricostruire il percorso
complicato, e accompagnato da molte polemiche, che ci ha portato fin qui.
Nel corso della stagione sportiva 2014-2015 il presidente di Lambro Nuoto,
l’associazione sportiva che ha gestito per quarant’anni l’impianto natatorio,
ha evidenziato che la piscina comunale versava in condizioni molto precarie con
diversi problemi dovuti alla vetustà di un impianto costruito negli anni ’70 e
ristrutturato parzialmente negli anni ’90.
Nella mia funzione di assessore allo sport ho organizzato alcuni incontri di consultazione con operatori del
settore, gestori, progettisti e costruttori, per verificare la fattibilità,
i costi e la convenienza di un eventuale ristrutturazione rispetto alla
costruzione di un nuovo impianto.
Il responso è stato poco incoraggiante, la maggior parte dei
miei interlocutori ha indicato più conveniente
la costruzione di una nuova piscina in un’area più ampia che offrisse anche la possibilità
di creare spazi ricreativi all'aperto, rispetto ad una ristrutturazione
dell’attuale impianto. Gli stessi esperti hanno anche fatto presente che la
presenza di due importanti impianti nel raggio di pochi chilometri avrebbe reso
molto complicato il ritorno dell’eventuale
investimento per la costruzione di una nuova piscina.
Nel settembre 2015 il presidente di Lambro Nuoto ha informato l’amministrazione
della sua intenzione di convenzionarsi con la società Aqua srl per
presentare un progetto di ristrutturazione
che, secondo la sua opinione, avrebbe soddisfatto le necessità dell’utenza
locale non interessata ai grandi impianti già esistenti nei comuni limitrofi ma
alla ricerca di un servizio di qualità in una struttura rinnovata.
Nel dicembre 2015 la società Aqua srl con sede nella provincia
di Caserta, dove gestisce un importante impianto natatorio, ha protocollato
preso l’ufficio comunale una proposta
progettuale con la quale si proponeva di eseguire totalmente a proprie spese la
ristrutturazione della piscina comunale con la realizzazione di nuove
vasche, mini palestra, spogliatoi e adeguamento degli impianti.
Il piano esecutivo del progetto prevedeva che i lavori, dal costo previsto di seicentomila euro, sarebbero iniziati nel mese
di maggio 2017 ed avrebbero avuto una durata massima di cinque mesi.
La Lambro Nuoto,
diversamente da quanto annunciato in precedenza, non si associò col proponente e mise in campo una serie di azioni che
generarono nell'utenza e in parte del personale dipendente l’idea che l’amministrazione
comunale avesse deciso di chiudere l’impianto.
Nel periodo tra marzo e maggio 2016, ho incontrato più volte cittadini e istruttori preoccupati dalle informazioni
che venivano diffuse in piscina, i primi per la paventata scomparsa di un
servizio importante ed i secondi per la possibile perdita del posto di lavoro.
Nello stesso periodo, insieme al sindaco ed ai responsabili
degli uffici comunali coinvolti (Lavori Pubblici, Sport, Servizi sociali, Contratti
e Appalti) ho avviato i lavori di
verifica del progetto presentato da Aqua srl, in questa fase è emersa la richiesta dell’amministrazione comunale di abbattere
le barriere architettoniche nell’impianto rinnovato con l’installazione di
un sollevatore nella vasca più piccola e di un montacarichi di accesso alla
palestrina che verrà realizzata sopra l’atrio. Il progetto integrato con queste
richieste ed altri accorgimenti tecnici è stato poi sottoposto all’esame da parte degli enti interessati, come Vigili del
Fuoco, ASL, CONI e ARPA.
Superata la fase di verifica tecnica, preso atto della decisione di Lambro Nuoto di non continuare
la propria attività, l’amministrazione comunale ha pubblicato un bando per
identificare il nuovo gestore e la società Aqua
srl, unico partecipante al bando, ha riaperto l’impianto nel mese di settembre.
Nel frattempo è ripresa, dopo l’interruzione dovuta alla
pausa estiva, la fase che ha visto amministrazione
comunale e Aqua impegnati a trovare un accordo anche sulla convenzione di
gestione ventennale dell’impianto dopo la ristrutturazione, le discussioni
si sono prima incentrate sul Piano
Economico Finanziario, un documento che deve dimostrare la sostenibilità del progetto, partendo le
fonti da cui chi lo realizza si procura le risorse necessarie per coprire i
costi previsti per l’esecuzione dei i lavori, proseguendo poi ad analizzare il modello economico della gestione, comparando
le previsioni di spese (stipendi, materiali, tasse, etc.) con le entrate derivanti
dalle tariffe applicate per l’erogazione dei vari servizi offerti all’utenza.
L’obiettivo dell’amministrazione
era quello di evitare sbalzi al rialzo delle tariffe, di definire pacchetti agevolati
per l’utenza debole (anziani, disabili, etc).
Lo scoglio più arduo da superare ha riguardato la definizione delle caparre e delle penali
attraverso le quali entrambe le parti hanno voluto cautelarsi rispetto ad eventuali
situazioni che possano determinare l’interruzione prematura e definitiva dei
lavori. Questa parte della negoziazione si è protratta fino al termine del mese
di gennaio 2017.
L’8 febbraio 2017 la
Giunta Comunale ha deliberato di dichiarare,
ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1 comma 304 lettera a) della legge 147
del 27/12/2013, il pubblico interesse sulla proposta formulata dalla società
sportiva dilettantistica Aqua s.r.l.
La stessa delibera definisce anche quelli che sarebbero
stati i passi successivi:
1- presentazione da parte del soggetto proponente
del progetto definitivo e
dell’asseverazione del piano economico e finanziario,
2- inserimento dell’intervento nell'ambito della programmazione delle opere pubbliche,
3- svolgimento
della conferenza dei servizi decisoria e dall'approvazione del suddetto progetto definitivo,
4- attivazione della procedura ad evidenza pubblica alla quale parteciperà il soggetto
proponente con la denominazione di promotore.
I
tempi necessari al completamento dei quattro passi sopracitati non avrebbero
permesso di confermare l’inizio dei lavori nel mese di maggio 2017, per cui l’amministrazione comunale ha deciso di
prolungare di ulteriori 12 mesi la convenzione con Aqua srl in modo da garantire la continuità operativa della piscina fino all'inizio effettivo
dei lavori, cioè nel maggio 2018
I
passi 1, 2 e 3 sono stati completati prima della pausa estiva del 2017 e nel
mese di novembre, dopo l’ultima serie di verifiche e confronti con la
controparte, è stato pubblicato il bando
di evidenza pubblica al quale avrebbero potuto partecipare anche altri
operatori che, se interessati, avrebbero dovuto formulare una proposta migliorativa (dal punto di vista tecnico e/o
finanziario).
Nella realtà dei fatti
solo il proponente Aqua srl ha risposto al bando aggiudicandosi l’assegnazione del
progetto.
Questa è la storia, questi sono i fatti.
In
mezzo ai fatti si sono spese molte parole, quasi sempre atte a mettere in discussione la reale volontà
dell’amministrazione comunale di mantenere aperto l’impianto o a mettere in
discussione la scelta di un operatore
che viene da lontano verso il quale il primo approccio è sempre stato di
diffidenza. Se abbiamo rinviato d un
anno i lavori è proprio perché abbiamo
voluto proteggere il patrimonio comunale ed i diritti dei cittadini, abbiamo
speso molto tempo sui tavoli delle discussioni legali, sulle verifiche delle
coperture finanziarie, sulla definizione di condizioni cautelative per entrambe
le parti.
Io tendo a dare fiducia e pensare in positivo, fino a
prova contraria.
Ora esaminiamo i possibili intoppi, quelli che gli americani chiamano worst case scenario.
Il
caso peggiore sarebbe quello in cui l’operatore
interrompesse i lavori a metà lasciando un impianto non più utilizzabile e non si
trovasse nessun altro soggetto interessato a subentrare.
Questa
situazione non sarebbe diversa da quella che si era prospettata quando Lambro Nuoto ci comunicò l’intenzione di
non continuare nella gestione di un impianto che stava perdendo i pezzi. Se nessuno si fosse proposto per ristrutturare la piscina esistente, l’alternativa di costruire
un impianto nuovo, come suggerito dagli esperti che avevo interpellato,
avrebbe avuto un costo di almeno due milioni di euro che il comune non era (e non è) in grado di esborsare
e che nessun operatore era interessato a mettere sul tavolo perché, considerata
la presenza di due mega impianti (Cernusco e Gorgonzola) nel raggio di pochi
chilometri, il recupero di un investimento così ingente sarebbe stata una
missione quasi impossibile con la sola utenza di Cassina de’ Pecchi.
Avremmo quindi chiuso l’impianto.
L’altro
caso negativo potrebbe essere che l’operatore
decidesse di abbandonare la gestione dopo qualche anno a causa di problemi economici
o scelte strategiche diverse.
In
questo caso la piscina rinnovata
resterebbe patrimonio di Cassina de’ Pecchi che non avrebbe sborsato nemmeno
un centesimo per i lavori.
Potrebbe
essere meno complicato trovare un nuovo gestore.
Ho
voluto scrivere questa lunga storia perché chi oggi sta alla finestra ad aspettare che il progetto fallisca per potere vantare
l’ennesimo “io l’avevo detto”, si renda conto che tra il dire e il fare c’è molto da sudare.
Prossimamente scriverò anche dello stadio
comunale, una storia che, sotto alcuni aspetti, è molto simile a quella della piscina.