mercoledì 23 maggio 2018

Dire, fare... Nuotare


Un titolo strano per un articolo che nasce dallo sfogo, senza polemica, verso l'emergente partito dei leoni da tastiera (PLT) che si spera prima o poi decida di iscriversi a qualche competizione elettorale.

All'inizio di questo mese sono partiti i lavori di ristrutturazione della piscina comunale, lavori che erano attesi ormai da molto tempo e che, nelle intenzioni di operatori e amministrazione comunale avrebbero dovuto essere realizzati un anno fa.

Quale è il motivo del ritardo?

Per rispondere a questa domanda è necessario fare qualche passo indietro nel tempo e ricostruire il percorso complicato, e accompagnato da molte polemiche, che ci ha portato fin qui.


Nel corso della stagione sportiva 2014-2015 il presidente di Lambro Nuoto, l’associazione sportiva che ha gestito per quarant’anni l’impianto natatorio, ha evidenziato che la piscina comunale versava in condizioni molto precarie con diversi problemi dovuti alla vetustà di un impianto costruito negli anni ’70 e ristrutturato parzialmente negli anni ’90.

Nella mia funzione di assessore allo sport ho organizzato alcuni incontri di consultazione con operatori del settore, gestori, progettisti e costruttori, per verificare la fattibilità, i costi e la convenienza di un eventuale ristrutturazione rispetto alla costruzione di un nuovo impianto.
Il responso è stato poco incoraggiante, la maggior parte dei miei interlocutori ha indicato più conveniente la costruzione di una nuova piscina in un’area più ampia che offrisse anche la possibilità di creare spazi ricreativi all'aperto, rispetto ad una ristrutturazione dell’attuale impianto. Gli stessi esperti hanno anche fatto presente che la presenza di due importanti impianti nel raggio di pochi chilometri avrebbe reso molto complicato il ritorno dell’eventuale investimento per la costruzione di una nuova piscina.

Nel settembre 2015 il presidente di Lambro Nuoto ha informato l’amministrazione della sua intenzione di convenzionarsi con la società Aqua srl per presentare un progetto di ristrutturazione che, secondo la sua opinione, avrebbe soddisfatto le necessità dell’utenza locale non interessata ai grandi impianti già esistenti nei comuni limitrofi ma alla ricerca di un servizio di qualità in una struttura rinnovata.

Nel dicembre 2015 la società Aqua srl con sede nella provincia di Caserta, dove gestisce un importante impianto natatorio, ha protocollato preso l’ufficio comunale una proposta progettuale con la quale si proponeva di eseguire totalmente a proprie spese la ristrutturazione della piscina comunale con la realizzazione di nuove vasche, mini palestra, spogliatoi e adeguamento degli impianti.

Il piano esecutivo del progetto prevedeva che i lavori, dal costo previsto di seicentomila euro, sarebbero iniziati nel mese di maggio 2017 ed avrebbero avuto una durata massima di cinque mesi.
La Lambro Nuoto, diversamente da quanto annunciato in precedenza, non si associò col proponente e mise in campo una serie di azioni che generarono nell'utenza e in parte del personale dipendente l’idea che l’amministrazione comunale avesse deciso di chiudere l’impianto.
Nel periodo tra marzo e maggio 2016, ho incontrato più volte cittadini e istruttori preoccupati dalle informazioni che venivano diffuse in piscina, i primi per la paventata scomparsa di un servizio importante ed i secondi per la possibile perdita del posto di lavoro.

Nello stesso periodo, insieme al sindaco ed ai responsabili degli uffici comunali coinvolti (Lavori Pubblici, Sport, Servizi sociali, Contratti e Appalti) ho avviato i lavori di verifica del progetto presentato da Aqua srl, in questa fase è emersa la richiesta dell’amministrazione comunale di abbattere le barriere architettoniche nell’impianto rinnovato con l’installazione di un sollevatore nella vasca più piccola e di un montacarichi di accesso alla palestrina che verrà realizzata sopra l’atrio. Il progetto integrato con queste richieste ed altri accorgimenti tecnici è stato poi sottoposto all’esame da parte degli enti interessati, come Vigili del Fuoco, ASL, CONI e ARPA.
Superata la fase di verifica tecnica, preso atto della decisione di Lambro Nuoto di non continuare la propria attività, l’amministrazione comunale ha pubblicato un bando per identificare il nuovo gestore e la società Aqua srl, unico partecipante al bando, ha riaperto l’impianto nel mese di settembre.

Nel frattempo è ripresa, dopo l’interruzione dovuta alla pausa estiva, la fase che ha visto amministrazione comunale e Aqua impegnati a trovare un accordo anche sulla convenzione di gestione ventennale dell’impianto dopo la ristrutturazione, le discussioni si sono prima incentrate sul Piano Economico Finanziario, un documento che deve dimostrare la sostenibilità del progetto, partendo le fonti da cui chi lo realizza si procura le risorse necessarie per coprire i costi previsti per l’esecuzione dei i lavori,  proseguendo poi ad analizzare il modello economico della gestione, comparando le previsioni di spese (stipendi, materiali, tasse, etc.) con le entrate derivanti dalle tariffe applicate per l’erogazione dei vari servizi offerti all’utenza.
L’obiettivo dell’amministrazione era quello di evitare sbalzi al rialzo delle tariffe, di definire pacchetti agevolati per l’utenza debole (anziani, disabili, etc).

Lo scoglio più arduo da superare ha riguardato la definizione delle caparre e delle penali attraverso le quali entrambe le parti hanno voluto cautelarsi rispetto ad eventuali situazioni che possano determinare l’interruzione prematura e definitiva dei lavori. Questa parte della negoziazione si è protratta fino al termine del mese di gennaio 2017.
L’8 febbraio 2017 la Giunta Comunale ha deliberato di dichiarare, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 1 comma 304 lettera a) della legge 147 del 27/12/2013, il pubblico interesse sulla proposta formulata dalla società sportiva dilettantistica Aqua s.r.l.
La stessa delibera definisce anche quelli che sarebbero stati i passi successivi:

1- presentazione da parte del soggetto proponente del progetto definitivo e dell’asseverazione del             piano economico e finanziario,
2- inserimento dell’intervento nell'ambito della programmazione delle opere pubbliche,
3- svolgimento della conferenza dei servizi decisoria e dall'approvazione del suddetto progetto              definitivo,
4- attivazione della procedura ad evidenza pubblica alla quale parteciperà il soggetto proponente           con la denominazione di promotore.

I tempi necessari al completamento dei quattro passi sopracitati non avrebbero permesso di confermare l’inizio dei lavori nel mese di maggio 2017, per cui l’amministrazione comunale ha deciso di prolungare di ulteriori 12 mesi la convenzione con Aqua srl in modo da garantire la continuità operativa della piscina fino all'inizio effettivo dei lavori, cioè nel maggio 2018

I passi 1, 2 e 3 sono stati completati prima della pausa estiva del 2017 e nel mese di novembre, dopo l’ultima serie di verifiche e confronti con la controparte, è stato pubblicato il bando di evidenza pubblica al quale avrebbero potuto partecipare anche altri operatori che, se interessati, avrebbero dovuto formulare una proposta migliorativa (dal punto di vista tecnico e/o finanziario).  
Nella realtà dei fatti solo il proponente Aqua srl ha risposto al bando aggiudicandosi l’assegnazione del progetto.

Questa è la storia, questi sono i fatti.

In mezzo ai fatti si sono spese molte parole, quasi sempre atte a mettere in discussione la reale volontà dell’amministrazione comunale di mantenere aperto l’impianto o a mettere in discussione la scelta di un operatore che viene da lontano verso il quale il primo approccio è sempre stato di diffidenza.  Se abbiamo rinviato d un anno i lavori è proprio perché abbiamo voluto proteggere il patrimonio comunale ed i diritti dei cittadini, abbiamo speso molto tempo sui tavoli delle discussioni legali, sulle verifiche delle coperture finanziarie, sulla definizione di condizioni cautelative per entrambe le parti.

Io tendo a dare fiducia e pensare in positivo, fino a prova contraria.

Ora esaminiamo i possibili intoppi,  quelli che gli americani chiamano worst case scenario.

Il caso peggiore sarebbe quello in cui l’operatore interrompesse i lavori a metà lasciando un impianto non più utilizzabile e non si trovasse nessun altro soggetto interessato a subentrare.
Questa situazione non sarebbe diversa da quella che si era prospettata quando Lambro Nuoto ci comunicò l’intenzione di non continuare nella gestione di un impianto che stava perdendo i pezzi. Se nessuno si fosse proposto per ristrutturare  la piscina esistente, l’alternativa di costruire un impianto nuovo, come suggerito dagli esperti che avevo interpellato, avrebbe avuto un costo di almeno due milioni di euro che il comune non era (e non è) in grado di esborsare e che nessun operatore era interessato a mettere sul tavolo perché, considerata la presenza di due mega impianti (Cernusco e Gorgonzola) nel raggio di pochi chilometri, il recupero di un investimento così ingente sarebbe stata una missione quasi impossibile con la sola utenza di Cassina de’ Pecchi. 
Avremmo quindi chiuso l’impianto.

L’altro caso negativo potrebbe essere che l’operatore decidesse di abbandonare la gestione dopo qualche anno a causa di problemi economici o scelte strategiche diverse.
In questo caso la piscina rinnovata resterebbe patrimonio di Cassina de’ Pecchi che non avrebbe sborsato nemmeno un centesimo per i lavori.
Potrebbe essere meno complicato trovare un nuovo gestore.

Ho voluto scrivere questa lunga storia perché chi oggi sta alla finestra ad aspettare che il progetto fallisca per potere vantare l’ennesimo io l’avevo detto, si renda conto che tra il dire e il fare c’è molto da sudare.

Prossimamente scriverò anche dello stadio comunale, una storia che, sotto alcuni aspetti, è molto simile a quella della piscina.