venerdì 23 ottobre 2015

La rete ci salverà.

Nel mezzo dell’ultima estate il titolo di un giornale locale attirò l’attenzione del popolo dei social che frequenta la pagina dedicata a Cassina de’ Pecchi. Lo storico impianto, dove tantissimi cassinesi hanno imparato a nuotare e nel quale si allena la pluripremiata società natatoria Lambro Nuoto, sente il peso dei suoi quasi quarantanni di attività e, soprattutto, della concorrenza delle nuove strutture sorte in alcuni comuni confinanti. Questa situazione genera una riduzione delle iscrizioni ai corsi offerti dalla associazione sportiva e impatta negativamente la sostenibilità economica della gestione dell’impianto.
Che fare? La prima risposta è  che bisogna ristrutturare o ricostruire la piscina cassinese per renderla più moderna, accogliente e funzionale in modo da recuperare le iscrizioni perse e mantenere questo servizio nel nostro territorio.

Diversi cittadini lamentano l’insufficienza della rete di trasporti pubblici sul nostro territorio, qualche azienda si è organizzata autonomamente per collegare la propria sede con la stazione della metropolitana, Cassina De’ Pecchi non è molto distante dalle stazioni ferroviarie di Vignate e Melzo, però non dispone di un collegamento per i propri residenti. Lo scarso utilizzo di una linea interna che collegava Camporicco alla stazione di piazza Decorati al valor civile ha portato alla sua soppressione. Molti cittadini, soprattutto anziani, si sentono discriminati dalla mancanza di questo servizio nel nostro territorio.


Il tema della sicurezza è uno di quelli che desta maggiori preoccupazioni tra i cittadini che, soprattutto nelle ore serali e notturne, chiedono una maggiore vigilanza da parte delle forze dell’ordine. Anche in occasione delle manifestazioni che si tengono nelle giornate festive, il corpo di Polizia Locale non riesce a garantire la presenza del proprio personale sia a causa del numero ridotto degli effettivi a disposizione, che dei costi da sostenere per retribuire le ore di lavoro straordinario. Che fare? La prima risposta, in questo caso è che sia necessario assumere ulteriori agenti per rafforzare questo fondamentale servizio nel nostro territorio.

I servizi sociali che ogni comune eroga a favore dei cittadini disabili, indigenti, disoccupati, senzatetto, etc., sovraccaricati ulteriormente dagli effetti di una persistente crisi economica, fanno sempre più fatica a reperire le risorse umane e finanziarie per garantire un dignitoso sostegno a coloro che ne hanno bisogno. In questo drammatico contesto tutte le amministrazioni, non solo la nostra, fanno molta fatica a garantire questo servizio sul proprio territorio.

Piscina, Trasporti, Polizia Locale, Servizi Sociali: sono questi solo alcuni esempi di problemi che un comune, non solo il nostro, si trova ad affrontare quotidianamente. Sono servizi caratterizzati da un diverso livello di importanza ma tutti fondamentali come tanti altri servizi che non ho citato per non dilungarmi eccessivamente.
All'inizio del secondo millennio i comuni nacquero in Italia con l’obiettivo di liberarsi dal rigido controllo dei feudatari e conquistare una sempre maggiore autonomia e indipendenza economica e politica. Oggi, un millennio più avanti, questa autonomia e indipendenza è diventata un fardello sempre più greve. Diventa sempre più necessario mettere il naso oltre i propri confini comunali,  laddove esistono altri problemi ed altre opportunità. Ecco allora che si potrebbero disegnare insieme quelle soluzioni che ogni  comune da solo non riuscirebbe  a implementare. Si potrebbe decidere di fare una convenzione con un comune confinante per garantire l’accesso alla piscina per i propri cittadini anziché ricostruire la propria. Si potrebbe concordare con i comuni confinante l’estensione di una rete di trasporti già esistente che magari oggi si ferma a poche centinaia di metri dall'inizio del nostro territorio. Si potrebbe organizzare un corpo di Polizia Locale condiviso con due o tre comuni. Per i servizi sociali si potrebbe pensare di mettere insieme risorse di più comuni in modo da integrare e razionalizzare l’offerta e avere maggiore massa critica sia in termini di risorse che di strutture. 


Come ho più volte detto nei miei interventi pubblici, fare rete è il solo modo per affrontare e vincere la sfida con la scarsità di risorse. 
La legislazione che norma l gestione degli enti locali mette a disposizione diverse forme attraverso le quali i comuni possono mettere insieme le forze per affrontare problematiche come quelle citate ad esempio. Abbiamo casi rari di comuni che hanno optato per una fusione e casi molto più frequenti di comuni che stipulano delle convenzioni. Personalmente ritengo che le fusioni siano una soluzione limitata perché ritengo che sia difficile applicarla a più di due comuni e quindi limiterebbe molto la possibilità di fare rete. Anche le convenzioni presentano un limite simile a quello della fusione anche se sono molto meno impegnative, essendo regolate da un rapporto contrattuale a scadenza.
Credo che in un’are omogenea come quella all'interno della quale si trova il nostro territorio, la soluzione che porti più vantaggi sia dal punto di vista dell’integrazione dei servizi che dalla caratterizzazione della popolazione e dei bisogni sia quella costituita dalla Unione dei Comuni. Ne sono convinto perché ritengo che un’associazione di 6 o 7 amministrazioni comunali possa mettere a disposizione dei cittadini una forza molto maggiore per risolvere i problemi legati alla carenza di risorse finanziarie, di personale e di strutture. Una rete di trasporti unica che serva 4 o 5 comuni, costerà molto meno ad ogni amministrazione rispetto ad una rete propria con una utenza minore.  Un corpo di polizia locale che metta insieme gli agenti di comuni dislocati in un raggio di otto chilometri riuscirà a coprire con un orario più esteso il servizio, potendo contare su più personale per organizzare i turni. I servizi sociali potrebbero razionalizzare i propri progetti e gestirne di nuovi, avendo a disposizione più risorse. Tutto questo potrebbe funzionare senza che i costi aumentino rispetto alla situazione attuale, perché si metterebbero insieme risorse già esistenti, già pagate.

Regole chiare, obiettivi comuni e disponibilità alla mediazione saranno i nodi che manterranno salde le maglie di una rete che rappresenta l'evoluzione imprescindibile per quelle amministrazioni pubbliche locali che considerano il servizio al cittadino una vera priorità.