Lo scorso mese di Novembre il Consiglio Comunale ha approvato il DOCUMENTO UNICO DI PROGRAMMAZIONE 2018-2020 che contiene i programmi e gli obiettivi che l'Amministrazione Comunale si prefigge di realizzare nell'ultimo anno di mandato. Il documento, che ritengo molto ben strutturato, parte facendo un'analisi strategica delle condizioni esterne ed interne all'Ente, poi richiama le linee strategiche sulle quali si basa il Programma Amministrativo e, infine, riporta la programmazione del prossimo periodo, andando anche oltre la data di scadenza del mandato e lasciando una traccia per l'Esecutivo che si insedierà dopo le elezioni del 2019.
Prima di scrivere la parte di mia competenza di questo documento ho fatto un'analisi dello stato di attuazione dei programmi che si riferiscono alle deleghe che mi ha affidato il Sindaco.
Tra un mese scriverò un articolo nel quale riporterò i dettagli di questa analisi per ciascuna delega, mentre adesso mi soffermo su quella che ritengo la parte più critica del mio bilancio: l'attuazione del Piano di Governo del Territorio.
Sin dal primo giorno di governo di questa Amministrazione l'obiettivo primario è stato quello di redigere il PGT in tempi brevissimi per evitare il commissariamento da parte della Regione Lombardia. Le linee guida erano chiare e ben definite: zero consumo di suolo, riqualificazione e recupero del Patrimonio pubblico e privato, miglioramento del sistema di viabilità, riduzione delle volumetrie residue in alcuni quartieri per evitare che altre ville venissero trasformate in palazzine di tre o quattro piani
Obiettivo raggiunto in 18 mesi, dopo avere organizzato otto incontri con la cittadinanza e cinque riunioni di Commissione Urbanistica.
Le opere pubbliche più importanti inserite nel PGT sono l’ampliamento
del cimitero di Camporicco grazie al quale sarà possibile risolvere il problema
della carenza di spazi di cui soffriamo ormai da qualche anno, la realizzazione di una rotatoria in via Roma all'incrocio con via Vittorio Veneto, la
realizzazione del prolungamento di via Mazzini fino all'incrocio con via Roma, la riqualificazione del centro, la ristrutturazione degli edifici pubblici (ex scuola ed ex caserma dei vigili) situati nell'area del municipio, la realizzazione dell'Area feste a Sant'Agata e il recupero della Cascina Bindellera.
Non avendo inserito nel PGT nuove aree edificabili sia a livello residenziale che produttivo, è stato previsto che i finanziamenti necessari alla realizzazione di questi progetti venissero reperiti attraverso l'accensione di qualche mutuo e l'incasso degli oneri derivanti dalla realizzazione dei piani di recupero e/o riqualificazione di alcune
importanti aree private dismesse tra le quali le più importanti sono la ex Mabater in Via Don Verderio, la ex Nicola e Albia a Villa Magri), l'ex distributore di carburanti a Villa Quiete e l'ex albergo di via Marconi.
Il PGT è stato approvato a fine 2015, nessuno di questi interventi privati è stato avviato e l'unica opera pubblica, tra quelle previste nel piano, realizzata sinora è stata la rotatoria in via Roma. Sono state fatte altre cose molto importanti ma se guardiamo allo stato di attuazione del PGT, questa è la situazione.
Una situazione nella quale si aggrava il problema del degrado delle aree stesse dismesse e, allo stesso
tempo, si rileva la mancanza di importanti entrate da oneri di urbanizzazione
che dovrebbero finanziare la realizzazione delle opere
pubbliche.
Come uscirne?
Le mie riflessioni personali mi hanno portato a pensare che sia necessario rivedere alcuni dei vincoli imposti nel piano con l'obiettivo di agevolare l'iniziativa degli operatori privati.
Un altro aspetto di cui prendo atto, sulla base dell'esperienza maturata in questi due anni dall'approvazione del PGT, riguarda i problemi segnalati da diversi soggetti proprietari di immobili che si riferiscono ai nuovi
parametri tecnici introdotti con il Piano del Regole, parametri che rendono problematici
anche quei moderati interventi di ampliamento che permetterebbero la realizzazione
di nuovi alloggi a supporto della
crescita dei nuclei familiari, pur senza generare nuovo consumo di suolo e senza arrivare alla trasformazione di una villa in palazzina.
Non rinnego il lavoro fatto ma ritengo che dopo avere raggiunto il primo obiettivo di redigere un piano che, a differenza di quello, per fortuna fallito, della precedente amministrazione, tenga in considerazione la tutela del territorio, sia necessario avviare una seconda fase attraverso la quale predisporre uno o più tavoli di confronto
con i cittadini e gli operatori privati per arrivare ad avviare l'iter di variante del Piano di Governo del Territorio con l'obiettivo di gettare le basi per un rilancio dello sviluppo urbanistico di Cassina de' Pecchi senza mai perdere di vista il tema della tutela del territorio ma evitando di ritrovarci accerchiati dalle aree in degrado.
Meno male che almeno tu ammetti i fallimenti, dopo 3 anni di amministrazione! Dovreste vergognarvi per le tante promesse non mantenute e per la poca considerazione in cui tenete le nostre opinioni, al di là delle messinscene istituzionali.
RispondiEliminaUn cittadino partecipe e indignato
MA PER CARITA'!!! il recuperro della Bindellera, ormai mucchio di mattoni e muschio, lasciato degradare per decenni da tutte, dico TUTTE le amministrazioni.
RispondiEliminaVogliamo continuare a sbattere via il denaro pubblico, che sia Italiano o Europeo?
M. V.
Il tema dell'articolo non è il recupero della Bindellera ma la paralisi di tutti i progetti a causa di un PGT troppo restrittivo. Se preferisci, quell'articolo è una mia ammissione di avere fatto un errore e la volontà di recuperare. Ciao
EliminaSignor Assessore, colgo con piacere le pubbliche ammissioni di aver commesso un errore grave quanto, al momento della sua discesa in campo a fianco dei sostenitori dei “campi di girasole”, ha utilizzato il PGT come valido strumento per creare consensi per la sua imberbe carriera politica. Dopo quasi 5 anni di fedele militanza a fianco della più incapace amm/ne che Cassina ricordi, non ci sono strade percorribili per rimediare ad una scelta così scellerata se non quella di rassegnare le sue dimissioni chiedendo scusa ai concittadini per averli beffati con scelte politiche conservatrici e onerose per le tasche dei Cassinesi per il prossimo decennio. Se invece, come ritengo, la sua finta redenzione fosse mirata ad uscire dalla maggioranza e creare una “nuova” lista civica per riaproposi alla prossime elezioni con una nuova veste santificata, beh, allora la sua redenzione non merita nemmeno il beneficio nel dubbio.
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