Lo scorso anno la vita politica e amministrativa di Cassina De’ Pecchi
si è avviluppata intorno al del Piano di Governo del Territorio, che è stata una delle questioni più discusse ed ha avviato la debacle prematura
dell’ultima giunta comunale.
Non è mia intenzione riesumare ancora gli evidenti difetti e le palesi contraddizioni di quel progetto, né muovere ulteriori critiche a chi l’ha ideato per poi cercare di imporlo a
dispetto di tutti i pareri contrari, però voglio trarne spunto per ragionare su
un argomento che mi sta particolarmente a cuore, quello dei servizi ai
cittadini.
Io penso che chi abbia progettato quel piano con l’obiettivo di dare
nuovi servizi ai cittadini, non lo abbia fatto con l’intenzione di martoriare
il territorio o di buttare via i soldi pubblici, né con lo scopo di favorire la
speculazione edilizia, però queste sarebbero state le conseguenze di un piano
concepito in quella maniera. Non è nemmeno mia intenzione parlare ancora del
famoso tunnel, abbiamo già speso tante parole, abbiamo scritto articoli e osservazioni,
abbiamo persino prodotto un filmato per dimostrare quanto dannoso e quanto
inutile sarebbe stato spendere 28 milioni di euro per scavare una voragine in
mezzo al paese che non avrebbe risolto il problema del congestionamento del
traffico.
Vorrei fare un ragionamento su quale sia l’approccio migliore per
mettere nuovi servizi a disposizione dei cittadini e potenziare quelli
esistenti, con l’obiettivo di migliorare la qualità generale della vita nel
paese.
Coloro che hanno progettato quel Piano di Governo del Territorio si
sono dati l’obiettivo di dotare Cassina De’ Pecchi di nuove scuole, di un nuovo
centro sportivo, di una nuova piscina, di un nuovo teatro, di un cimitero per animali,
di un nuovo centro per gli anziani, di una nuova area feste, di nuove piste
ciclabili, di una nuova sede per la Croce Bianca, per la Protezione Civile e
per la Polizia Locale. Lasciamo stare il tunnel e concentriamoci su questa
parte del piano che avrebbe già richiesto un notevole sforzo economico per la
sua realizzazione, tra i 50 e i 70 milioni di euro. Diventa automatico che per
finanziare un progetto di queste dimensioni si pensi obbligatoriamente di
costruire nuove case e nuovi capannoni, con la conseguente necessità di aggredire
gli spazi verdi. Tralascio il discorso che abbiamo fatto diverse volte intorno all'inutilità
di costruire nuove case che resterebbero invendute a causa della crisi in cui
viviamo da qualche anno e vengo al punto che vorrei sviluppare e condividere.
Se per dare nuovi servizi ai cittadini io danneggio l’ambiente in cui
essi vivono aumentando le aree cementificate e riducendo gli spazi verdi, alla
fine non sto rendendo un buon servizio a chi mi ha dato il mandato per lavorare
nell'interesse della comunità. Io dovrei mettere a disposizione dei cittadini i
servizi di cui hanno bisogno senza peggiorare la qualità della loro vita,
perché il mio obiettivo deve essere quello di migliorare la qualità della vita
sul territorio o almeno preservare il livello di qualità
esistente.
Quando abbiamo fatto queste osservazioni ad alcuni politici di lungo
corso, essi ci hanno risposto che i soldi per i servizi non si trovano sotto
l’albero della cuccagna. Allora torniamo al punto di partenza e sviluppiamo
nuovamente il tema: servono i servizi ma
non ci sono i soldi per realizzarli, che fare?
Proviamo ad allungare il collo oltre lo steccato che segna il confine
tra il nostro territorio e quello dei comuni intorno a noi e scopriamo che uno
di essi ha appena costruito un centro sportivo, un altro sta finendo di
realizzare un teatro con capienza superiore a quella del nostro, altri due sono
già dotati di teatro, un altro ha finito di realizzare una piscina due anni fa,
e cosi via. Valutiamo la possibilità di mettere alcune delle nostre strutture a
disposizione di altri comuni in cambio dell’utilizzo di alcune delle loro.
Proviamo a fare due conti e vediamo se sia più conveniente fare una convenzione
con un comune confinante e istituire un servizio di trasporto locale per
permettere ai nostri cittadini di utilizzare strutture che già esistono, oppure
costruire nuovi impianti e poi accollarsi i costi di gestione, sorveglianza e
manutenzione. E’ tutto da valutare, sicuramente un sistema di collaborazione
intercomunale di questo tipo eviterebbe al nostro comune, e anche a quelli
confinanti, di consumare ulteriore suolo per costruire servizi dedicati alla
propria popolazione. Qualora non fosse disponibile, entro distanze ragionevoli,
una struttura di cui uno o più comuni hanno bisogno, si potrebbe istituire un
consorzio e realizzarla insieme, magari recuperando un edificio abbandonato di
proprietà pubblica.
Ecco, queste sono alcune delle idee che ogni amministratore dovrebbe
valutare ogni volta che si accinge a pianificare il territorio di cui è,
appunto, amministratore e non proprietario. Io non posso sapere se chi aveva
progettato il PGT di Cassina abbia considerato queste possibilità, però ho potuto
osservare alcune dinamiche in essere tra le varie amministrazioni che mi portano
a pensare che non lo abbia fatto. Le dinamiche di cui parlo sono quelle che
vedono sindaci e giunte dello stesso colore politico ben disposte a comunicare,
scambiarsi visite e promettersi reciproca collaborazione. Tutto ciò, purtroppo,
non accade tra le giunte di colore politico diverso.
Queste dinamiche sono sbagliate e costituiscono una grave
penalizzazione per i cittadini.
Io non so se la città metropolitana, quando sarà formalmente istituita,
risolverà questo problema; di certo sono convinto che non debba essere
necessaria una legge o un’imposizione dall'alto perché gli amministratori
comunali, di qualsiasi appartenenza politica, istituiscano un sistema sovracomunale
per soddisfare i bisogni dei cittadini. La legge dice che chi viene eletto non
deve operare con il vincolo di mandato, questo significa che il sindaco è il sindaco di tutti i
cittadini e non solo di quelli che lo hanno votato, lo stesso vale per gli
assessori. Il bene comune deve essere amministrato al meglio delle possibilità
e senza nessuna pregiudiziale imposta dall'appartenenza ad un partito piuttosto
che ad un altro.
Non ritengo sia impossibile, si potrebbe partire mettendo l’interesse della comunità al centro di
qualsiasi programma, di qualsiasi provvedimento e di qualsiasi idea.
giusta la collaborazione tra i vari comuni, se fosse totale ancora meglio
RispondiEliminaPer funzionare bene il Comune, secondo me, il primo scoglio da superare è la collaborazione all'interno dello stesso tra politici di colori diversi nell'interesse del bene comune.
Per quanto riguarda l'utilizzo di impianti di comuni limitrofi non trovo nessun ostacolo per attuarlo . Essendo vissuto a Milano per 23 anni non vedo nessuna difficoltà nelle distanze
Bravo Sandro! FINALMENTE qualcuno che parla chiaro e che con pacatezza ma giusta determinazione, senza criticare polemicamente ma analizzando con precisione gli altrui operati. Quello della sovracomunalità di impianti e servizi è stato da sempre un mio pallino e se ho un rammarico della mia esperienza assessorile negli anni '90 è quello di aver iniziato a negoziare in quella direzione con gli omologhi dei comuni confinanti ma di esserci riuscito molto poco per mancanza di continuità amministrativa e magari della sufficiente convinzione che mi aiutasse a superare le indiscutibili barriere all'interno e all'esterno. Ben venga un candidato Sindaco che la pensi in quella direzione e che da Sindaco o meno sono certo perseguirà comunque con determinazione questa strada. In bocca la lupo! Beppe Moretti
RispondiEliminaFare rete con i comuni vicini a prescindere dal colore politico è un obiettivo da perseguire, dipende sempre dalla intelligenza e lungimiranza delle persone. Tre i servizi non dimenticare la viabilità e l'illuminazione del nostro paese, anzi direi dei due paesi, Via Roma li divide mentre bisogna trovare il sistema per unire.
RispondiEliminaFrancesco
DO UT DES...magnifico se si potesse iniziare da collaborazioni/convenzioni a conduzione "associata" o in scambio servizi, mi spingerei anche oltre se fosse possibile, ma qui meglio attendere la CITTA' METROPOLITANA, i criteri con cui OTTIMIZZARE organizzazioni intercomunali e risorse umane, anagrafe e uffici tributi, vigilanza urbana e mezzi di trasporto...fermiamoci qui per il momento, sento gia' i "campanili suonare ognuno le proprie campane".
RispondiEliminaRodolfo Principi